La prima edizione del progetto “Laboratori di cittadinanza e percorsi di legalità” si è conclusa sabato dopo due giorni ricchi di incontri e attività. Il progetto, finanziato dal Consiglio della Regione Lazio, promosso dall'Assessorato alle Politiche Socio-Sanitarie e organizzato dall'agenzia Studio Evento, ha visto alternarsi relatori da anni impegnati nella lotta alle mafie. Palazzo Dosi ha ospitato gli studenti dell'ultimo anno delle scuole superiori di Rieti, principali destinatari dell'iniziativa, che hanno potuto ascoltare e toccare con mano le testimonianze degli ospiti.
Al centro del dibattito due temi importanti per il percorso di crescita delle giovani generazioni: le strade della legalità e il concetto di memoria come strumento di trasmissione e insegnamento. Lorenzo Diana, Presidente nazionale della Rete per la legalità e Presidente CAAN (Centro Agroalimentare Napoli), uno dei maggiori esponenti della lotte alle mafie, ha ribadito l'importanza della coscienza comune, da costruirsi coltivando la memoria. “Le persone – ha detto Diana – hanno la memoria corta per autodifesa. Se ricordassero le stragi sarebbero tutte schierate e mobilitate”. Guardando i ragazzi, con un carisma straordinario, ha ricordato l'importanza delle regole per vivere nella legalità quale garanzia delle nostre libertà individuali.
Sul concetto di memoria ha inciso anche il giornalista e scrittore Carmine Fotia: “La memoria che va trasmessa è quella senza retorica, deve essere trasmissione degli esempi e delle storie di quello che è accaduto”.
Le testimonianze sono state l'attività centrale delle due giornate affinché i ragazzi potessero capire e imparare da chi sul campo ci lavora da anni, in tante professioni diverse: magistratura, giornalismo, associazionismo. Coltivare la cultura della legalità significa sviluppare e diffondere valori più forti di quelli dell'illegalità e della mafia.
Formare coscienza critica e spirito critico attraverso iniziative come questa è l'obiettivo che il Comune intende raggiungere con i giovani della città. Grande fiducia verso le possibilità di questo territorio in nome della legalità arrivano direttamente dal Premio Nazionale Paolo Borsellino che da venti anni organizza e promuove incontri con i ragazzi. Il 28 marzo è stato sancito ufficialmente un gemellaggio con il Premio, fortemente voluto dal suo fondatore Leonardo Nodari, presente agli incontri. Entusiasta la risposta dei giovani che con la loro partecipazione hanno conferito all'iniziativa il suo vero e più profondo valore. Tra loro anche i vincitori delle borse di studio intitolate a Peppino Impastato: Valentina Bosi e Louis Felipe Florenzan, con i loro elaborati, si sono aggiudicati 2.500 euro ciascuno.
Entusiasti della riuscita del progetto anche i numerosi relatori, intervenuti tutti a titolo gratuito per la validità dell'iniziativa. Non sono mancati momenti dedicati all'arte con una performance teatrale di Germano Gentile, la musica del gruppo Ombre Rosse e una mostra dedicata al film “I cento passi”.
“Come avevamo intuito questa importante iniziativa ha riscosso grande successo – dichiara il Sindaco Simone Petrangeli – a testimonianza che la nostra Città sente il bisogno di confrontarsi con tematiche di questo tipo. Laboratori di cittadinanza e percorsi di legalità è un progetto destinato a diventare una tappa annuale, così come il premio Peppino Impastato, che abbiamo istituito quest’anno e che ha permesso a due studenti della nostra città di ottenere una borsa di studio di ben 2.500 euro”.