“Andrea non amava i formalismi e la retorica, ed io proverò a non deluderlo. Le parole non sono sufficienti per descrivere la figura di Andrea Milardi e per spiegare il rapporto intimo e profondo con la nostra città. Ne sono la dimostrazione più evidente, l’affetto e il fiume di persone che lo hanno salutato nella camera ardente che abbiamo deciso di allestire nella sala consiliare del Comune e che oggi erano allo Stadio Guidobaldi. Andrea ha avuto la capacità, unica e ineguagliabile, di interpretare in maniera autentica la funzione pedagogica dello sport, attraverso il quale, ha educato alla vita intere generazioni. Al Guidobaldi, che è uno dei simboli della nostra comunità, grazie e insieme a lui, migliaia di ragazzi e ragazze sono diventati uomini, donne, cittadini. Andrea era un autentico gigante, un'istituzione, un monumento della città di Rieti e dello sport italiano. Ognuno di noi, appresa la ferale notizia della sua scomparsa, ha provato la medesima sensazione: quella di aver perso un familiare. Andrea ha semplicemente e interamente dedicato la propria vita alla sua città e per questo il suo nome rimarrà scolpito per sempre nella memoria collettiva e nella storia di questa terra. Andrea ci ha reso e ci rende orgogliosi di essere reatini. C'è una domanda che aleggia tra di noi: e adesso? Adesso dobbiamo essere degni del suo esempio e dei suoi insegnamenti e onorarne la memoria come lui vorrebbe e come lui ci chiederebbe: la comunità si dovrà stringere intorno alla sua famiglia, intorno al “suo” campo e intorno alla sua creatura inimitabile. Glielo dobbiamo, se vogliamo provare, tutti insieme, a raccoglierne il testimone. Buon viaggio Andrea, la tua città ti ringrazia e non potrà mai dimenticarti!”
E’ quanto dichiara il sindaco di Rieti, Simone Petrangeli.