Sul tema della Tares, dimostrando grande superficialità e scarsa conoscenza delle normative, il M5S preferisce disorientare i cittadini pur di raccogliere facili consensi sui social network. Innanzitutto per quanto riguarda le tariffe Tarsu deliberate nel 2012, pur essendo esatte quelle citate, il M5S dimentica, certamente in buona fede, un particolare non di poco conto, e cioè che le stesse andavano aumentate per legge del 15%. Quindi la cifra che i cittadini hanno effettivamente pagato lo scorso anno è pari alle tariffe deliberate più il 15%, composto dal 5 di tributo provinciale, che è rimasto anche con la Tares, e il 10 di addizionale comunale ex Eca, che, invece, è stato abolito. Dunque per fare un raffronto tra Tarsu e Tares è necessario aumentare le tariffe della Tarsu del 10% (il 5% del tributo provinciale c'era prima e c'è anche adesso). Per le abitazioni la tariffa di riferimento non è 2,18 al mq, come indicato nella nota del M5S, bensì 2,18 +10%, cioè 2,40 circa, che è la tariffa effettivamente applicata nel 2012 (+5% di tributo provinciale). Sempre in merito alla definizione delle tariffe si continuano ad attribuire all’Ente responsabilità che non ha, in particolare riguardo al costo totale del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, rimasto invariato così come il gettito Tares. Tra l’altro le normative impongono al Comune di coprire integralmente il costo del servizio e qualora il gettito fosse superiore all’effettivo costo è obbligato a restituirlo ai cittadini. Circa il fatto che la tariffa delle banche sia diminuita, giova ricordare al M5S che tale circostanza non dipende di certo dalla volontà della Giunta Petrangeli, ma dai coefficienti stabiliti dal decreto 158/99. Infine parlare di diminuzioni e aumenti, tra l’altro basando le analisi su numeri errati o “aggiustati”, non ha senso, perché le tariffe della Tarsu, a differenza della Tares, non si basavano sull’effettiva capacità di produrre rifiuti. Nel regolamento Comunale sono previsti incentivi per le attività produttive che riciclano, a patto, però, che i rifiuti prodotti siano conferiti già differenziati. Molte attività economiche hanno visto lievitare l’imposta, rispetto alle banche che producono rifiuti in quantità notevolmente inferiori, perché con la Tares vale la regola comunitaria “chi più inquina più paga”, tra l’altro molto apprezzata anche dal M5S.