Nel corso della campagna elettorale del 2017 e dopo la vittoria alle elezioni amministrative, il Sindaco di Rieti, Antonio Cicchetti, fu oggetto di insulti, offese e minacce attraverso i social network. Per gli episodi più gravi il Sindaco ha sporto querela nei confronti degli autori di tali scritti. Uno di questi procedimenti si è concluso nei giorni scorsi con una transazione, richiesta dal soggetto querelato, attraverso la quale il responsabile di un post ha riconosciuto di aver prodotto, nei confronti del Sindaco di Rieti, “frasi gravemente offensive”.
“Lo sconforto per la sconfitta alle elezioni comunali del 2017 è stato talmente forte che mi ha fatto perdere lucidità di analisi ed equilibrio nel comportamento. E’ in conseguenza di ciò che ho scritto, sull’onda di una rabbiosa reazione, frasi gravemente offensive nei confronti del Sindaco Cicchetti, avversario politico meritevole di stima e considerazione per il suo comportamento corretto, per la sua riconosciuta onestà e per la sua nota competenza amministrativa. Gli chiedo scusa per quanto comunicato via Facebook in uno sconsiderato atto di collera e gli do volentieri atto di non aver chiesto risarcimenti venali per sé ma un contributo da versare direttamente ai Servizi Sociali del Comune di Rieti in favore di bisognosi della Città”. Tanto compare in una nota allegata all’atto di ritiro della querela.
Il contributo, pari a €. 5.000,00, è già stato introitato dalle casse comunali.
“Mi auguro che la conclusione di questa vicenda sia di monito per tutti coloro che utilizzano i social network in maniera superficiale, irresponsabile e lesiva della dignità altrui – dichiara il Sindaco di Rieti, Antonio Cicchetti – Il fenomeno degli “odiatori” sui social network va combattuto poiché il confronto e anche lo scontro politico non debbono mai trascendere in violenza verbale. Ho deciso di non pubblicare il nome della persona interessata, benché a ciò espressamente autorizzato, nella convinzione che, anche nella battaglia politica più aspra, sia imprescindibile mantenere il rispetto e l’equilibrio nei comportamenti e perché intendo marcare una netta differenza di cultura e di stile rispetto ai propalatori di menzogne e ai professionisti del rancore”.